Un mondo sotto i piedi
In questi giorni si è concluso il Progetto PNRR “UN MONDO SOTTO I PIEDI”
dedicato ai bambini dell’ultimo anno della Scuola dell’Infanzia di Venasca, Sampeyre e Brossasco: 5 incontri mirati a scoprire il mondo del suolo, partendo dalla percezione che hanno di esso i bambini stessi.
Coordinati dall’esperta Lucia Crosetto, con l'aiuto delle insegnanti-tutor, i bambini hanno scoperto che cos’è il suolo, quali ecosistemi offre e da quali elementi è formato.
Tutto questo grazie all’esplorazione del bosco, ad attività di outdoor, all’osservazione al microscopio, ad esperimenti mirati.
Con sorpresa i bambini hanno esplorato suoli molto diversi tra loro per consistenza, colore, sedimentazione e permeabilità: si sono davvero resi conto che esiste UN MONDO SOTTO I PIEDI!
Abbiamo posto alcune domande alla esperta Lucia Crosetto, ricercatrice presso l'Università di Torino:
Di che cosa vi siete occupati, in breve, durante il percorso?
Abbiamo esplorato insieme il "mondo sotto i piedi", ossia il suolo e le sue componenti. Partendo dalle ipotesi iniziali dei bambini e da ciò che già conoscevano, ci siamo concentrati sugli elementi che lo costituiscono: minerali, colori, e vita. Abbiamo studiato anche creature come lombrichi e talpe, ma anche aspetti meno visibili ma fondamentali, come l'aria e l’acqua che lo nutrono.
Aveva già lavorato con degli alunni così "giovani"?
No, è stata la mia prima esperienza con bambini così piccoli. Avevo già lavorato con alunni delle scuole elementari e medie, ma l’età non si è rivelata un ostacolo. È stato affascinante e sorprendente vedere quanto i bambini, pur essendo così giovani, avessero già una conoscenza approfondita della natura. Inoltre, ho avuto la conferma che, nonostante non sapessero ancora leggere o scrivere, non è stato difficile introdurre concetti complessi: al contrario, si sono rivelati particolarmente ricettivi.
Trova che i nostri alunni abbiano dimestichezza con l'outdoor?
Ho cercato di organizzare le attività in modo da passare molto tempo all’aperto. Nonostante fosse il periodo più freddo dell’anno, i bambini erano sempre entusiasti di uscire e "scavare". Anche quando sono stati introdotti nuovi materiali, come diversi tipi di suolo, o nuovi animali da osservare, nonostante qualche timore iniziale, si adattavano rapidamente e si sentivano a loro agio.
Qual è stata la cosa che l'ha colpita di più nei bambini che ha incontrato?
Ciò che mi ha colpito maggiormente è stata la loro curiosità e la naturale capacità di osservare e comprendere il mondo che li circonda. Nonostante la giovane età, mostravano un interesse genuino.
Le piacerebbe ripetere l'esperienza?
Assolutamente sì! Condividere e insegnare ciò che studio e amo è la parte più stimolante del mio lavoro. Inoltre, credo fermamente che esperienze come questa siano fondamentali per la crescita di una generazione consapevole e rispettosa dell'ambiente che li circonda. È stata un'esperienza arricchente per me e spero di poterla ripetere in futuro.
Di che cosa si occupa nella sua vita "reale"?
Attualmente sto svolgendo un dottorato di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università degli Studi di Torino, dove mi occupo proprio delle scienze del suolo, in particolare delle emissioni di metano dai suoli di risaia, un tema rilevante per la comprensione dei gas serra.
Quanto vengono percepite, secondo lei, le tematiche di cui si occupa nel suo percorso accademico, dalle persone comuni?
Quando parlo del mio lavoro, spesso le persone reagiscono con sorpresa, chiedendo se davvero la coltivazione del riso emetta metano. Ammetto che inizialmente mi sorprende non fosse di dominio comune, ma comprendo che questi argomenti siano molto specialistici e poco conosciuti al di fuori di certi ambiti. Detto ciò, noto che c'è una crescente consapevolezza riguardo all'impatto umano sul pianeta e all'importanza di una gestione sostenibile delle risorse naturali, come il suolo. L'educazione e la divulgazione scientifica sono cruciali per sensibilizzare su questi temi.
Che progetti ha per il futuro?
Sicuramente il primo obiettivo è concludere il dottorato. Sono in partenza per un'esperienza di sei mesi in Belgio, dove condurrò un esperimento sulle tematiche di cui mi occupo. Per il futuro, non ho ancora un'idea precisa, ma mi piacerebbe continuare con la ricerca, l'insegnamento e progetti educativi simili a quello che ho svolto con la vostra scuola. Sono aperta a nuove opportunità che possano unire ricerca, divulgazione e educazione ambientale.